martedì 5 luglio 2011

Diario di viaggio (1 di 2)

Pubblichiamo la prima parte del racconto del recente viaggio a Medjugorje compiuto da un gruppo di cittadini e parrocchiani della zona di Castenaso. Il diario di viaggio è di Licia.
- - - 

Medjugorje 1-5 giugno 2011
Diario di viaggio

Mercoledì 1 giugno
Partenza alle ore 6.00 da Fiesso di due pullman: destinazione Medjugorje. E’ con noi don Mauro.
Passiamo oltre Trieste il confine con la Slovenia (area Schengen, senza controlli alle frontiere) poi la Croazia e infine entriamo in Bosnia-Erzegovina.

La Bosnia-Erzegovina, nata nel 1992 dallo scioglimento della ex-Jugoslavia, è un territorio tuttora sotto tutela internazionale, spartito in 2 entità:
- Federazione croato-bosniaca di Bosnia-Erzegovina (51% della popolazione) con presenza di cattolici 8% e musulmani 92%
- Repubblica serba di Bosnia-Erzegovina (49% della popolazione) di religione cristiano ortodossa

La capitale è Sarajevo. Si parlano 3 lingue serbo, bosniaco e croato.
Medjugorje è in Erzegovina terra di antichissima tradizione cattolica, di lingua croata.
La distanza da Bologna è di circa 900 km.

Arriviamo verso le 20:00 in albergo, sistemazione nelle camere e cena.
Nonostante la stanchezza, dopo 14 ore di pullman, ci incamminiamo verso la chiesa per l’adorazione eucaristica delle 22:00. L’evento è in realtà non nella chiesa che, seppur grande, non può contenere le migliaia di persone convenute da tutto il mondo in questo mese di giugno nel trentesimo anniversario della prima apparizione della Madonna a sei adolescenti croati il 24 giugno del 1981.

Per inquadrare meglio questa data ricordo che:

- Tito era morto l’anno prima (1980);
- un mese e mezzo prima c’era stato l’attentato al papa Giovanni Paolo II. (il 13 maggio: festa della Madonna di Fatima);

10 anni dopo (dal maggio 1991) inizia lo sgretolamento della Jugoslavia con la dichiarazione di indipendenza di Slovenia e Croazia prima e Macedonia pochi mesi dopo e il conflitto che ne seguirà.

Passiamo davanti alla chiesa, vista tante volte in fotografia e ora finalmente davanti a i miei occhi, ne fiancheggiamo il lato, pieno di gente il fila davanti al una lunga sequenza di confessionali. Arriviamo nel piazzale dietro la chiesa, c’è una grande struttura in posizione elevata con un altare e attorno, in semicerchio, delle gradinate per i celebranti e poi un grande piazzale con tante panchine. C’è silenzio, nonostante ci sia tantissima gente, si sente solo lo scalpiccio delle persone che camminano sui sassi. E’ tutto buio, solo il grande ostensorio sull’altare è illuminato. Il cielo è stellato.

L’adorazione eucaristica è guidata da una voce maschile dolce e delicata che alterna momenti di silenzio a brevi frasi di adorazione, ripetute in molte lingue, a canoni, cantati anch’essi nelle varie lingue. C’è grande raccoglimento, molte persone in ginocchio per terra.

Alle 23 si conclude l’adorazione e noi torniamo in albergo.

L’appuntamento è per l’indomani alle 6.30 per la colazione.

Giovedì 2 giugno

Alle 7.15 abbiamo l’appuntamento con vari taxi che passano a prenderci, a gruppetti, per portarci alla croce blu per partecipare all’apparizione della Madonna a Mirjana.
Quando scendiamo dal taxi, dopo un breve percorso, ci rendiamo conto che non è possibile proseguire perché è già pieno di gente, appostata in ogni angolo. Dicono che c’è chi ha passato la notte lì, per essere vicini al luogo dell’apparizione. Mi colpiscono le tante persone anziane presenti e in piedi per ore, al caldo, sotto il sole, c’è chi si sente male e viene soccorso dai vicini, nessuna ambulanza è presente. Da vari parti c’è chi guida il Rosario in italiano e tutti rispondono, ognuno nella propria lingua. Alle 8:45 si fa silenzio totale per 10 minuti.

Poi si sente una voce che riferisce in varie lingue il messaggio della Madonna affidato a Mirjana:



«Cari figli, mentre vi invito alla preghiera per coloro che non hanno conosciuto l’amore di Dio, se guardaste nei vostri cuori capireste che parlo di molti di voi. Con cuore aperto domandatevi sinceramente se desiderate il Dio Vivente o volete metterlo da parte e vivere secondo il vostro volere. Guardatevi intorno, figli miei, e osservate dove va il mondo che pensa di fare tutto senza il Padre e che vaga nella tenebra della prova. Io vi offro la luce della Verità e lo Spirito Santo. Sono con voi secondo il piano di Dio per aiutarvi affinché nei vostri cuori vinca mio Figlio, la Sua Croce e Risurrezione. Come Madre desidero e prego per la vostra unione con mio Figlio e con la sua opera. Io sono qui, decidetevi! Vi ringrazio!».

A Mirjana la Madonna, Gospa in croato, appare il giorno 2 di ogni mese. A lei la Madonna ha affidato il compito di pregare per i non credenti.

Torniamo a piedi, attraverso i campi, per la S. Messa in italiano delle 10:00, nel piazzale. Il sole non dà tregua, chi ha l’ombrello lo apre per avere un po’ d’ombra. Ci sono tantissimi italiani, molti del nord Italia, in particolare veneti, ma si sentono anche molte parlate del sud. Del resto in Italia è festa della Repubblica e molti hanno approfittato del ponte.

Dopo il pranzo in albergo, pranzo della festa perché qui si celebra ancora l’Ascensione il giovedì, come da noi un tempo, ci viene a prendere il pullman per andare in visita al “Cenacolo”, una comunità per il recupero dei tossicodipendenti, fondata da una suora italiana, mamma Elvira, come la chiamano i loro ragazzi. Bello il posto e bella la testimonianza di due di loro che hanno scelto di rimanere in comunità e di mettersi a disposizione dei loro fratelli. Nella struttura c’è un locale dove vendono oggetti prodotti dai ragazzi per autofinanziarsi.

Rientriamo in paese perché alle 17.30 abbiamo il primo appuntamento con la nostra guida, Anka, un’ imponente signora croata, figlia di atei, militari del regime di Tito, convertita al cristianesimo e per questo radiata dalla famiglia. Parla un buon italiano.

Ci fa una breve storia delle apparizione e delle vicende del luogo, delle persecuzioni del regime, dello scetticismo della Chiesa locale rispetto alle apparizioni. Poi, chi se la sente, si incammina, con la guida, sul Podbrdo, la collina delle prime apparizioni, recitando il rosario e sostando, per ogni mistero gaudioso, davanti alle immagini sistemate sul percorso. Avrei voluto scrivere ‘sentiero’ ma quello era piuttosto un percorso a ostacoli, con massi appuntiti piantati nel terreno, dove è difficile trovare un posto dove mettere i piedi. Fortunatamente avevo messo le pedule e riuscivo a camminare senza troppe difficoltà. Intorno a me vedevo signore anziane che tentavano di salire con sandalini, ciabatte, scarpine da città. Ho visto anche molte persone salire e scendere a piedi nudi.

Mi colpisce che Anka chieda espressamente e con insistenza che sia un uomo, nel gruppo, a guidare ogni decina del Rosario, perché, dice, sono gli uomini che devono riconquistare la fede, devono ricominciare a pregare, devono riprendere in mano il rosario, devono tornare ad essere per primi testimoni; mentre oggi sembra che la fede sia diventata una faccenda da donne. Da questa svolta ne verrà un gran bene per la cristianità.

Più volte poi, anche da altre voci, è arrivato questo grido rivolto agli uomini.

Sappiamo da Anka che, verso le 19, ci sarà una seconda apparizione, questa volta al veggente Ivan, che ha ancora apparizioni quotidiane. A lui è affidato dal Cielo il compito di pregare per le vocazioni sacerdotali e religiose, per questo ammette l’ingresso, nella chiesetta dove a lui appare la Madonna, solo ai sacerdoti.

Anka lo sa, infatti aveva invitato don Mauro e suor Paola a non salire con noi sulla collina ma a recarsi da Ivan, nella speranza che anche suor Paola potesse entrare ed assistere. La sera torneranno poi in albergo entusiasti dell’esperienza.

Noi intanto saliamo fino in cima alla collinetta, fino alla statua bianca della Madonna, circondata da una piccolo recinto pieno di oggettini e biglietti lasciati dai pellegrini. Sostiamo in raccoglimento. Il tempo di una foto e si riparte per il ritorno. Il pullman ci aspetta per le 20.00

Il percorso in discesa è forse peggio della salita. Vediamo per 2 volte lettighe con disabili portate a braccia da ragazzi. Una bella impresa!

Arriviamo in albergo stanchi e sudati, una doccia veloce e poi la cena. Qualcuno ha il coraggio di andare all’adorazione anche questa sera. Io non ce la faccio.

Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.