venerdì 8 luglio 2011

Diario di viaggio (2 di 2)

Pubblichiamo la seconda parte del racconto del recente viaggio a Medjugorje compiuto da un gruppo di cittadini e parrocchiani della zona di Castenaso. Il diario di viaggio è di Licia, che ringrazio per la sua preziosa e toccante testimonianza.

La prima parte si può leggere a questo indirizzo:
http://famigliecastenaso.blogspot.com/2011/07/diario-di-viaggio-1-di-2.html
- - - 


Venerdì 3 giugno

Dopo colazione, partenza alle 6.45, chi a piedi, chi in taxi, per l’incontro con un’altra veggente Viska, il suo compito è di pregare per gli ammalati (è malata lei stessa), le famiglie (lei stessa è madre di famiglia), i giovani, le anime del Purgatorio.
Questa volta riusciamo ad avvicinarci di più e riusciamo ad intravvederla, mentre parla ai pellegrini prima in polacco, poi in italiano, tradotta in francese. Ci racconta quello che le dice la Madonna durante le sue apparizioni quotidiane, in particolare raccomanda a tutti di pregare molto, alle persone sane di digiunare il mercoledì e il venerdì a pane e acqua, di accostarsi quotidianamente all’Eucarestia, di confessarsi spesso, di recitare il Rosario ogni giorno.

Mi hanno colpito le grida strazianti di una persona, la richiesta al microfono di un sacerdote, come di solito si chiede di un medico quando qualcuno si sente male, ci è stato chiesto di pregare insieme: una preghiera di esorcismo a san Michele Arcangelo.

Poi facciamo ritorno, attraversi i campi, per la S. Messa delle 11.00.
Sul percorso, la gente del luogo improvvisa bancarelle in cui tenta di vendere di tutto: madonne di ogni tipo, tovaglie ricamate, frutta fresca e secca, miele, perfino tartarughe! E poi corone del rosario a non finire.

Dopo pranzo si parte in pullman per una località, a circa un’ora di distanza, in cui c’è un bel santuario francescano dove nel 1945 sono stati bruciati vivi, dagli uomini di Tito, 66 frati che avevano scelto di non abbandonare il loro convento, nonostante le minacce.
Il priore ci ha raccontato, tradotto dalla guida Adriana, di tutte le persecuzioni subite dai croati dal regime comunista, in particolare sacerdoti e religiosi uccisi, distrutto il liceo, fiore all’occhiello della cultura cristiana del luogo, distrutti i 6 pianoforti, nel tentativo di annientare la cultura dei Croati di Bosnia-Erzegovina. Ma la grande fede di quella gente è sopravvissuta a tutte le persecuzioni.
Ora è in corso la causa di beatificazione di quei frati martiri.
Ma anche ora questi cristiani non hanno pace, si sentono minacciati dalla maggioranza musulmana con cui pure avevano vissuto in pace per tanti anni, si sentono terra di frontiera, abbandonati dai cristiani di Croazia, si sentono fragili in questo complicato equilibrio che le forze multinazionali di pace stanno tentando di costruire dopo la guerra.

Dopo una visita al luogo, torniamo in albergo per la cena.

La Madonna ha annunciato a Ivan che questa sera apparirà sul Podbrdo alle 22.00 per tutti i pellegrini. I più coraggiosi sono ripartiti, dopo cena, per salire sulla collina, non c’è illuminazione, bisogna portare con sé le torce per farsi luce in quel terreno sassoso.

Per chi non se la sente, c’è l’adorazione della croce che, come tutti venerdì, sostituisce l’adorazione eucaristica della sera: una grande croce è sull’altare, illuminata nel buio. Di lato c’è un’immagine della Madonna.

Io, e molti altri, ci accontentiamo di guardare, dal piazzale della chiesa, dopo l’adorazione, in direzione della collina, recitando il rosario. Il percorso è riconoscibile dai puntini luminosi delle torce dei pellegrini che salgono.

Poi alle 22 si fa tutto buio. Non vedendo più niente decido di tornare in albergo. Dopo pochi passi guardo la collina per l’ultima volta e vedo che il crinale è ora tutto illuminato da una bella luce.

Penso che abbiano acceso dei faretti, rimango ancora qualche minuto a godermi lo spettacolo, e poi vado a dormire.

La mattina dopo mi racconta, chi è stato lassù, che sono rimasti completamente al buio per tutto il tempo dell’apparizione, 15/20 minuti, non c’era nessun faretto né torcia accesa. Solo un piacevole venticello.

Sabato 4 giugno

L’appuntamento è oggi nel piazzale per l’incontro-testimonianza degli italiani con il veggente Ivan
Tradotto in italiano proprio dalla nostra guida Anka. Riporto solo alcuni spunti di quest’ uomo, allievo da 30 anni alla scuola della Madonna:
- La nostra conversione si attua giorno per ogni giorno per tutta la vita, ogni volta che dobbiamo fare una scelta, piccola o grande, possiamo scegliere il bene o il male.
- Tutto il male dipende dall’allontanamento da Dio delle persone, delle famiglie, della Chiesa. La Chiesa ha bisogno della nostra preghiera, è una responsabilità di tutti i credenti. La Chiesa va male se smettiamo di pregare e va bene se ricominciamo a pregare, perché siamo noi la Chiesa.
- La crisi vocazionale dipende dal fatto che non si prega nelle famiglie, perché è lì che nascono le vocazioni
- Pregare insieme, col cuore, non solo con le labbra e con l’orologio sott’occhio
- Pregare tutti per la pace
- Tenere la Bibbia in vista, leggere una frase tutti i giorni e viverla nella propria vita
- Per la fede non esistono fine-settimana o vacanze. Nella Bibbia è scritto 365 volte: non abbiate paura! Tutti i giorni.
- Confidare in Maria che ci è madre e non ci fa mancare niente
- La Madonna ripete sempre le stesse raccomandazioni come una mamma ripete infinite volte a un figlio le stesse raccomandazioni. Infatti non basta dire una volta a un figlio: studia! e poi lui studia per sempre.
- I messaggi della Madonna si possono ricondurre tutti a pochi punti: preghiera, digiuno, penitenza, Eucarestia, Bibbia, gioia, amore.

Dopo Ivan, prende la parola un frate francescano: padre Danka
Una bellissima testimonianza sull’importanza della preghiera, almeno un’ora al giorno, dice.
E poi ci invita ad entrare nello spirito di una preghiera spontanea guidata da lui.
C’è molto raccoglimento e tutti ascoltano e pregano in silenzio insieme a lui.
Nei dintorni della chiesa, in molti punti, si vedono sacerdoti che confessano e tanta gente che aspetta in lunghe file. E poi si dice che la confessione è un sacramento in crisi.

Prima della S. Messa c’è tempo per andare nel negozio dei francescani a comperare i ricordini da portare a casa.

Dopo pranzo ci aspetta la parte più difficile: la salita al monte della croce meditando la via crucis, con il prezioso aiuto di Anka, che alterna sempre riflessioni “teologiche “ a racconti di storia del suo popolo.
Rientriamo stanchi ma felici.
Dopo cena, l’ultima adorazione: domani, dopo la S. Messa in italiano delle ore 6.30 si dovrà ripartire.

Che tesoro prezioso ci porteremo a casa, nelle nostre famiglie, nei luoghi di lavoro, nelle nostre parrocchie! Riusciremo a comunicare agli altri la nostra gioia di essere stati qui, l’entusiasmo di cui siamo carichi? Terremo fede ai buoni propositi fatti in questo luogo di spiritualità?
Come affronteremo il rifiuto di chi non crede in Dio, nonostante qui abbiamo visto tante prove della sua esistenza e del suo amore per noi. E, ancor peggio, come affronteremo lo scetticismo di chi, credente, pensa che questa sia tutta una montatura per far soldi?

Nel libro di A. Socci “I segreti di Carol Wojtyla” leggo questa frase di Joseph Ratzinger:
“Non possiamo certo impedire a Dio di parlare a questo nostro tempo, anche attraverso persone semplici e segni straordinari che rivelano l’insufficienza di una cultura come la nostra, marchiata dal razionalismo.”

E questa di Giovanni Paolo II a un vescovo: 
“Medjugorie è il centro spirituale del mondo”


E questa confidenza, fatta da Giovanni Paolo II alla veggente Mirjana nel pellegrinaggio dei croati a Roma del 1987 per l’anno santo mariano:

“Se non fossi stato papa sarei già venuto a Medjugorje.
Ma anche se non sono potuto venire, so tutto e seguo tutto.
Proteggete Medjugorie: è la speranza del mondo”.




martedì 5 luglio 2011

Diario di viaggio (1 di 2)

Pubblichiamo la prima parte del racconto del recente viaggio a Medjugorje compiuto da un gruppo di cittadini e parrocchiani della zona di Castenaso. Il diario di viaggio è di Licia.
- - - 

Medjugorje 1-5 giugno 2011
Diario di viaggio

Mercoledì 1 giugno
Partenza alle ore 6.00 da Fiesso di due pullman: destinazione Medjugorje. E’ con noi don Mauro.
Passiamo oltre Trieste il confine con la Slovenia (area Schengen, senza controlli alle frontiere) poi la Croazia e infine entriamo in Bosnia-Erzegovina.

La Bosnia-Erzegovina, nata nel 1992 dallo scioglimento della ex-Jugoslavia, è un territorio tuttora sotto tutela internazionale, spartito in 2 entità:
- Federazione croato-bosniaca di Bosnia-Erzegovina (51% della popolazione) con presenza di cattolici 8% e musulmani 92%
- Repubblica serba di Bosnia-Erzegovina (49% della popolazione) di religione cristiano ortodossa

La capitale è Sarajevo. Si parlano 3 lingue serbo, bosniaco e croato.
Medjugorje è in Erzegovina terra di antichissima tradizione cattolica, di lingua croata.
La distanza da Bologna è di circa 900 km.

Arriviamo verso le 20:00 in albergo, sistemazione nelle camere e cena.
Nonostante la stanchezza, dopo 14 ore di pullman, ci incamminiamo verso la chiesa per l’adorazione eucaristica delle 22:00. L’evento è in realtà non nella chiesa che, seppur grande, non può contenere le migliaia di persone convenute da tutto il mondo in questo mese di giugno nel trentesimo anniversario della prima apparizione della Madonna a sei adolescenti croati il 24 giugno del 1981.

Per inquadrare meglio questa data ricordo che:

- Tito era morto l’anno prima (1980);
- un mese e mezzo prima c’era stato l’attentato al papa Giovanni Paolo II. (il 13 maggio: festa della Madonna di Fatima);

10 anni dopo (dal maggio 1991) inizia lo sgretolamento della Jugoslavia con la dichiarazione di indipendenza di Slovenia e Croazia prima e Macedonia pochi mesi dopo e il conflitto che ne seguirà.

Passiamo davanti alla chiesa, vista tante volte in fotografia e ora finalmente davanti a i miei occhi, ne fiancheggiamo il lato, pieno di gente il fila davanti al una lunga sequenza di confessionali. Arriviamo nel piazzale dietro la chiesa, c’è una grande struttura in posizione elevata con un altare e attorno, in semicerchio, delle gradinate per i celebranti e poi un grande piazzale con tante panchine. C’è silenzio, nonostante ci sia tantissima gente, si sente solo lo scalpiccio delle persone che camminano sui sassi. E’ tutto buio, solo il grande ostensorio sull’altare è illuminato. Il cielo è stellato.

L’adorazione eucaristica è guidata da una voce maschile dolce e delicata che alterna momenti di silenzio a brevi frasi di adorazione, ripetute in molte lingue, a canoni, cantati anch’essi nelle varie lingue. C’è grande raccoglimento, molte persone in ginocchio per terra.

Alle 23 si conclude l’adorazione e noi torniamo in albergo.

L’appuntamento è per l’indomani alle 6.30 per la colazione.

Giovedì 2 giugno

Alle 7.15 abbiamo l’appuntamento con vari taxi che passano a prenderci, a gruppetti, per portarci alla croce blu per partecipare all’apparizione della Madonna a Mirjana.
Quando scendiamo dal taxi, dopo un breve percorso, ci rendiamo conto che non è possibile proseguire perché è già pieno di gente, appostata in ogni angolo. Dicono che c’è chi ha passato la notte lì, per essere vicini al luogo dell’apparizione. Mi colpiscono le tante persone anziane presenti e in piedi per ore, al caldo, sotto il sole, c’è chi si sente male e viene soccorso dai vicini, nessuna ambulanza è presente. Da vari parti c’è chi guida il Rosario in italiano e tutti rispondono, ognuno nella propria lingua. Alle 8:45 si fa silenzio totale per 10 minuti.

Poi si sente una voce che riferisce in varie lingue il messaggio della Madonna affidato a Mirjana:



«Cari figli, mentre vi invito alla preghiera per coloro che non hanno conosciuto l’amore di Dio, se guardaste nei vostri cuori capireste che parlo di molti di voi. Con cuore aperto domandatevi sinceramente se desiderate il Dio Vivente o volete metterlo da parte e vivere secondo il vostro volere. Guardatevi intorno, figli miei, e osservate dove va il mondo che pensa di fare tutto senza il Padre e che vaga nella tenebra della prova. Io vi offro la luce della Verità e lo Spirito Santo. Sono con voi secondo il piano di Dio per aiutarvi affinché nei vostri cuori vinca mio Figlio, la Sua Croce e Risurrezione. Come Madre desidero e prego per la vostra unione con mio Figlio e con la sua opera. Io sono qui, decidetevi! Vi ringrazio!».

A Mirjana la Madonna, Gospa in croato, appare il giorno 2 di ogni mese. A lei la Madonna ha affidato il compito di pregare per i non credenti.

Torniamo a piedi, attraverso i campi, per la S. Messa in italiano delle 10:00, nel piazzale. Il sole non dà tregua, chi ha l’ombrello lo apre per avere un po’ d’ombra. Ci sono tantissimi italiani, molti del nord Italia, in particolare veneti, ma si sentono anche molte parlate del sud. Del resto in Italia è festa della Repubblica e molti hanno approfittato del ponte.

Dopo il pranzo in albergo, pranzo della festa perché qui si celebra ancora l’Ascensione il giovedì, come da noi un tempo, ci viene a prendere il pullman per andare in visita al “Cenacolo”, una comunità per il recupero dei tossicodipendenti, fondata da una suora italiana, mamma Elvira, come la chiamano i loro ragazzi. Bello il posto e bella la testimonianza di due di loro che hanno scelto di rimanere in comunità e di mettersi a disposizione dei loro fratelli. Nella struttura c’è un locale dove vendono oggetti prodotti dai ragazzi per autofinanziarsi.

Rientriamo in paese perché alle 17.30 abbiamo il primo appuntamento con la nostra guida, Anka, un’ imponente signora croata, figlia di atei, militari del regime di Tito, convertita al cristianesimo e per questo radiata dalla famiglia. Parla un buon italiano.

Ci fa una breve storia delle apparizione e delle vicende del luogo, delle persecuzioni del regime, dello scetticismo della Chiesa locale rispetto alle apparizioni. Poi, chi se la sente, si incammina, con la guida, sul Podbrdo, la collina delle prime apparizioni, recitando il rosario e sostando, per ogni mistero gaudioso, davanti alle immagini sistemate sul percorso. Avrei voluto scrivere ‘sentiero’ ma quello era piuttosto un percorso a ostacoli, con massi appuntiti piantati nel terreno, dove è difficile trovare un posto dove mettere i piedi. Fortunatamente avevo messo le pedule e riuscivo a camminare senza troppe difficoltà. Intorno a me vedevo signore anziane che tentavano di salire con sandalini, ciabatte, scarpine da città. Ho visto anche molte persone salire e scendere a piedi nudi.

Mi colpisce che Anka chieda espressamente e con insistenza che sia un uomo, nel gruppo, a guidare ogni decina del Rosario, perché, dice, sono gli uomini che devono riconquistare la fede, devono ricominciare a pregare, devono riprendere in mano il rosario, devono tornare ad essere per primi testimoni; mentre oggi sembra che la fede sia diventata una faccenda da donne. Da questa svolta ne verrà un gran bene per la cristianità.

Più volte poi, anche da altre voci, è arrivato questo grido rivolto agli uomini.

Sappiamo da Anka che, verso le 19, ci sarà una seconda apparizione, questa volta al veggente Ivan, che ha ancora apparizioni quotidiane. A lui è affidato dal Cielo il compito di pregare per le vocazioni sacerdotali e religiose, per questo ammette l’ingresso, nella chiesetta dove a lui appare la Madonna, solo ai sacerdoti.

Anka lo sa, infatti aveva invitato don Mauro e suor Paola a non salire con noi sulla collina ma a recarsi da Ivan, nella speranza che anche suor Paola potesse entrare ed assistere. La sera torneranno poi in albergo entusiasti dell’esperienza.

Noi intanto saliamo fino in cima alla collinetta, fino alla statua bianca della Madonna, circondata da una piccolo recinto pieno di oggettini e biglietti lasciati dai pellegrini. Sostiamo in raccoglimento. Il tempo di una foto e si riparte per il ritorno. Il pullman ci aspetta per le 20.00

Il percorso in discesa è forse peggio della salita. Vediamo per 2 volte lettighe con disabili portate a braccia da ragazzi. Una bella impresa!

Arriviamo in albergo stanchi e sudati, una doccia veloce e poi la cena. Qualcuno ha il coraggio di andare all’adorazione anche questa sera. Io non ce la faccio.