martedì 31 maggio 2011

Liberiassieme

Qualche mese fa, a Castenaso, circolava un volantino su un progetto che un gruppo di giovani del paese stava portando avanti. Il progetto si chiamava "LIBERIASSIEME", e si è poi realizzato con un certo successo. Nei prossimi giorni pubblicheremo una intervista che abbiamo fatto ad una delle anime (e delle menti) del progetto: lo chiameremo il Signor G, per non svelare subito la sua identità...
Oggi, per cominciare, pubblichiamo il testo di quel volantino, che forse non tutti di noi ricordano e che può essere interessante rileggere con un po' di calma.

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MANIFESTIVAL “LIBERIASSIEME”
Castenaso 2011


"Se in un primo momento l'idea non è assurda
allora non c'è nessuna speranza che si realizzi"
A. Einstein




Ci sembrava proprio assurda caro lettore, quest'idea, quando cominciò a circolare tra di noi. Ah, scusa, ci presentiamo: siamo giovani, più o meno, di Castenaso, che hanno avuto un'idea. Se hai qualche minuto, ti raccontiamo quanto sia assurda, ma forse con te, realizzabile.


Incominciamo dall’inizio


C’è un gruppo di generazioni che nel corso degli ultimi decenni ha avuto la possibilità di cambiare enormemente il proprio destino e quello delle generazioni future. Questo gruppo di generazioni, che ha superato il fascismo, vissuto la II guerra mondiale, oltrepassato il ’68, subito la strategia della tensione, ed infine abbattuto il Muro di Berlino, proveniva da situazioni precarie ed aveva la necessità di costruire il suo futuro e quello dei propri figli nel bene della società in cui viveva. 


Poi, ad un certo punto, si è raggiunto il benessere.


Nel suo trattato storico - De Coniuratione Catilinae - l’autore latino Sallustio spiega che ogni periodo di decadenza è dovuto al raggiungimento, da parte della società stessa, dell’opulenza. Ora, secondo l’autore latino, nel momento in cui la società giunge ad ottenere giusti diritti e doveri ed un discreto benessere, diviene inevitabile un cedimento generazionale.


Guardiamo ora ai giorni nostri: il gap generazionale tra le generazioni elencate sopra ed i loro figli sembra enorme. E non si tratta solo di una conoscenza ed un uso molto diverso della nuova tecnologia che ha invaso, nel bene e nel male, le nostre vite – dai computer agli mp3, fino agli i-pod, i-phone, i-pad – ma anche di un diverso modo di pensare e di agire, di un utilizzo del proprio essere per progettare il proprio futuro: la capacità di sognare, di progettare e di costruire sembra svanita dagli ultimi esseri pensanti apparsi sulla Terra. Sembra che per costoro tutto ciò non sia più una priorità, dal momento che il loro benessere lo stanno già vivendo.


Sallustio sembra proprio aver indovinato.


Ma non bisogna rassegnarsi: innanzitutto non è così per tutti, e una soluzione si può sempre trovare…


Ci siamo parlati, ci siamo ascoltati e nel tempo abbiamo visto come noi giovani abbiamo grande voglia di non essere soltanto ricettori dal mondo adulto, consumatori distaccati della "pappa pronta". 
Hai notato come già abbiamo creato un divario parlando di mondo adulto e noi? Ecco la nostra idea nasce in completa opposizione a questa dinamica, non a caso, il nome dato per esprimere al meglio il nostro progetto è "LIBERIASSIEME". 


Liberi, per dare il nostro contributo diretto alla società, consci di avere il diritto e dovere di farlo, perchè non possiamo sprecare il privilegio della libertà, ritanandoci nel disimpegno e nella rassegnazione.


Assieme perchè questi diritti e doveri sono realmente e pienamente esprimibili soltanto nella collaborazione, nel confronto di tutti gli attori sociali.


A realizzare questo sogno con voi, siamo noi ragazzi provenienti da due dei luoghi di aggregazione giovanile del nostro paese, il Centro Giovani "Suelo" e la Parrocchia di San Giovanni Battista. Il terzo protagonista è il Comune, segno dell'intera cittadinanza, che con il suo patrocinio garantisce il valore della nostra proposta.


Concretamente come si manifesterà questo progetto?
A partire dalle ricchezze diverse e reciproche che portano con sé le nostre storie, aspiriamo a realizzare un evento che conduca le persone in piazza, ad aprire nuovi orizzonti di operatività. Declinato su alcuni giorni di un fine settimana di primavera, rifletteremo su un tema comune ed ogni anno diverso a seconda delle necessità che riterremo interessanti perché attuali. 


Questo momento non vuol esser per noi semplice occasione di organizzazione esteriore bensì invito pressante a noi stessi ad assumere quello stile nello stare e nel fare di cui precedentemente si parlava.


Che dici? Ti piace?
A noi molto!



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