lunedì 31 gennaio 2011

Bagnasco al Consiglio Episcopale Permanente

Riporto un passaggio interessante della prolusione pronunciata dal Card. Bagnasco al Consiglio  Episcopale Permanente (Ancona, 24/27 gennaio 2011)


[...] C’è una verità, forse non troppo detta, ma che la gente ha intuito abbastanza presto: si stava vivendo al di sopra delle proprie possibilità. Bisogna allora imprimere una moderazione complessiva dell’andamento di vita, senza dimenticare – anzi! – tutti coloro che già prima vivevano sul filo e oggi si trovano sotto. Con bilanci meno ambiziosi, occorre far fronte a tutte le necessità di una società moderna, per di più senza poter più contare sullo sfogo del debito pubblico che invece dovrà rientrare. Ma che fare se ognuno difende a spada tratta il livello di vita già acquisito? Questo è il punto in cui i problemi dei giovani vengono a coincidere con le questioni di ordine generale: bisogna infrangere l’involucro individualista e tornare a pensare con la categoria comunitaria del “noi”, perché tutto va ricalibrato secondo un diverso soggetto. Anziché una somma di tanti “io”, sicuramente legittimi e forse un po’ pretenziosi, occorre insediare il plurale che abita in ogni famiglia, il plurale di cui si compone ogni società. Non sarà un’operazione facile, ma occorrerà convertire una parte di ciò che eravamo abituati a considerare nella nostra esclusiva disponibilità, e metterlo nella disponibilità di tutti. E naturalmente chi nel frattempo aveva accumulato di più, qualcosa di più ora deve mettere a disposizione.


L'intero documento si può leggere qui.

Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.